17/01/2011
da APOLOGIA DELL'ATEISMO - GIUSEPPE RENSI
L'ateismo è la sola religione che bandisca completamente ogni egoismo, e, naturalmente, non abbia bisogno, a tal uopo, d’alcun immoralismo. Esso costruisce la realtà ultima con la totale eliminazione di tutti gli interessi e bisogni dell’io, col sacrificio completo del proprio “caro io”. Esso contempla con stoica fermezza o con leopardiana disperazione, una realtà del tutto indifferente a noi, cieca e sorda, e quindi tale anche pei nostri bisogni, per tutto il nostro Essere. Un mirabile pathos, un profondo senso tragico della vita, che non conoscono le religioni, dove tutto è ben accomodato e sistemato, quasi a dire in famiglia, e tutto si sa già che va a finire in regola, come nei “romanzi per le giovinette”— dove il guancialetto di Dio sopisce il pathos nel sonno fiducioso — sorge da tale contemplazione. L'uomo si sente, enigmaticamente, di fronte a un Tutto che nella sua immanità, nella sua immensa grandezza in confronto nostro e quindi nella sua assoluta indifferenza per noi, nello stesso senso di depressione e di trepidanza che la sua maestosa cecità ci imprime, incarna veramente in sé alcuni dei principali attributi che si usa ascrivere alla divinità. Solo l’ ateismo perciò, in questo suo assoluto disinteresse, in questo suo distacco totale dall’io con cui costruisce e pensa la realtà, in questa sua completa dedizione dell’io alla più austera e rigorosa obiettività, nella sua rassegnata e impassibile sommissione al Tutto e ai suoi moti, che la stessa ateistica concezione di questo come privo di pensiero e di volontà, logicamente ed esclusivamente impone (e anche perché esso elimina così da Dio le accuse che i mali del mondo - i quali, come giustamente avverte E. v. Hartmann in Das sittliche Bewusstsein, autorizzerebbero l’uomo a chiamar Dio, anziché Dio l’uomo, a scolparsi dinanzi al suo tribunale — renderebbero giustificate, anzi inevitabili; e assicura la stoica spinoziana attitudine di venerazione e accettazione) solo l’ateismo è puro e pio, solo l’ateismo è la grande vera religione.
Verso tutte, ma proprio tutte quelle cui si da abitualmente il nome di religione, va ripetuta la più nota delle Votivtafeln di Schiller. «La mia fede.— Quale religione professo? Nessuna di tutte quelle che tu mi nomini. E perché nessuna? — Per religione.»
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