L'OFITA

 

21/01/2011
OTTAVIO DI SAINT VINCENT - TOMMASO LANDOLFI

Ottavi di Saint VincentdistTommaso Landolfi (1908-1979) è una delle figure più singolari del panorama letterario italiano del '900. Personaggio schivo e poco incline ai salotti mondani, amante del gioco d'azzardo, è autore di novelle, racconti, romanzi e opere teatrali in cui grottesco e fantastico si mischiano con un linguaggio barocco e ricercato.
dist"Ottavio di Saint Vincent" è considerato una delle sue opere minori, ma, per quanto mi riguarda, è uno dei miei romanzi preferiti.
distLa trama ha un chè di pirandelliano: un giovane poeta spiantato, in una notte in cui medita il suicidio, sente il discorso tra una duchessa e un suo spasimante in cui ella, per noia, si propone di raccogliere, per burlarsi di lui, il primo vagabondo ubriaco che incontra, facendogli credere di essere il duca: Ottavio decide quindi di fingersi addormentato in mezzo alla strada. Si ritrova così nella casa della duchessa trattato dalla servitù come se fosse il duca e lui stesso come tale cerca di comportarsi; ma attorno a lui vi sono anche cortigiani e corteggiatori che non gradiscono la situazione e glielo fanno capire in modo più o meno diretto. La duchessa stessa ha in realtà capito che lo scherzo non è riuscito e che l'"ospite" sa di essere tale e non padrone di casa, la situazione non può durare a lungo anche perché nel susseguirsi di proposte e minacce scopre che anche al fondo di quella vita vi sono noia e tedio a cui non si può sfuggire, con in più una dose di presunzione; deciderà così di scoprire il gioco e tornare alla sua vita perché, come dice alla duchessa nel finale, «Qui si pretende vivere, perbacco, qui si ardisce talvolta a credere alla propria esistenza[...]. Qui l'impotenza prende figura di conati vari, non già di beato abbandono; pertanto qui tutto è un po' più difficile, un po' più faticoso» per concludere «Addio, signora. Ah, come non vedete che noi tutti veniamo dalla stessa noia e andiamo verso lo stesso nulla?».
distCon un tono leggero da apologo, in questo romanzo Landofi ha saputo, nel suo stile ricercato, raccogliere alcune delle sue ossessioni: gli scherzi del fato, i rovesci della sorte nel gioco d'azzardo e la fondamentale vanità del tutto.


21/01/2011
da Ombre - Commiato
IL CAVALIERE DELLA ROSA - TOMMASO LANDOLFI


Cavaliere

distÈ agile e forte, è tremendo, il cavaliere. Sugli omeri reca una pelle d'animale selvaggio, neglettamente rigettata indietro; come i lunghi capelli, liberi ora dal morione. Fieramente appoggiato alla spada, egli fìssa l'orizzonte, parendo volervi riconoscere la via donde sono fuggiti i suoi nemici.
distMa una poco rispettosa fante l'ha posto sul davanzale della finestra, accanto a un vaso da fiori. Sicché egli, tutto lui, riposa al piede e all'ombra d'una rosa.


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