
Salvare il patrimonio letterario attraverso il prestito di ebook nelle biblioteche. È questa una delle proposte dell’americano Peter Brantley, tra i guru mondiali dell’editoria digitale, direttore del Book Server Project di Internet Archive e cofondatore della Open Book Alliance. Brantley è a Milano per due giorni, ospite oggi del workshop internazionale If book then (all’hotel Nhow, via Tortona 35, fino alle 18.30 e aggiornamenti in diretta su Twitter), domani del primo appuntamento dell’anno con Meet the media Guru, alla Mediateca di Santa Teresa (via della Moscova 28, ore 19).
Ehi book! lo ha incontrato in anteprima, insieme con gli altri relatori di If book then.
«Tecnicamente è molto facile digitalizzare i libri di carta – ci spiega Brantley – il problema sono i numeri». Adesso, infatti, vale il principio che si possono trasformare in versione elettronica solo le opere di pubblico dominio: i limiti possono oscillare da Paese a Paese, ma in generale, stima Brantley, si tratta di volumi molto vecchi che rappresentano solo il 20% dell’intera produzione letteraria. Lui, invece, questa percentuale vorrebbe ampliarla. Primo passo: estendere la conversione elettronica ai numerosi volumi del Novecento che spesso finiscono fuori catalogo – quindi introvabili – ma che non sono ancora di pubblico dominio. «La strada – illustra – sono le biblioteche: luoghi dove si possono digitalizzare i libri e poi prestarne la copia elettronica, così che anche il patrimonio del Ventesimo secolo non vada perso». «Un meccanismo virtuoso – aggiunge - che si potrebbe estendere persino alle nuove uscite». «Presta il libro, salva il libro» il suo motto. Ovvero: «Preservare il sapere attraverso l’accessibilità».
Scenari interessanti, considerata anche la piccola rivoluzione digitale avviatasi nelle biblioteche italiane, di cui ha scritto pochi giorni fa Ida Bozzi sul Corriere della Sera.
Senza dimenticare, però, che il mercato italiano è indietro di almeno tre anni rispetto a quello americano, ha dimensioni ancora molto piccole e caratteristiche diverse. Lo fa notare un altro degli ospiti di If book then, anche lui americano: Mike Shatzin, fondatore e ceo di The Ideal Logical Company, società di consulenza che studia il mercato editoriale. «Visto che gli americani possono contare su una sola lingua, una sola moneta, regole commerciali comuni, è stato facile investire su un nuovo business come quello degli ebook. Molto più complicato, invece, farlo in Europa, luogo di numerose lingue e culture diverse». Quale allora il destino dell’Italia digitale? «Come anche in altri mercati non anglofoni – spiega Shatzin – gli editori locali sentiranno la pressione dell’inglese perché in questa lingua ci sono molti più titoli disponibili. Credo che quando gli ebook si diffonderanno, questo cambierà le cose in Europa e contribuirà a trasformare l’inglese in una lingua franca».
Un percorso in salita, quindi, per la nostra letteratura. Ma, forse, anche una sfida e uno stimolo verso soluzioni innovative e la ricerca di una via italiana all’ebook.
Alessia Rastelli
04/02/2011
Corriere della sera.it 04/02/2011
Le prime riprese aeree mai girate degli indigeni che vivono nascosti nell'Amazzonia
PRIMO VIDEO DELLA TRIBÙ SCONOSCIUTA
IL PERÙ SI IMPEGNA:«LI DIFENDEREMO»
Bbc e Survaival International hanno diffuso le immagini per proteggerli dall'invasione illegale dei taglialegna

La tribù sconosciuta che vive nell'Amazzonia peruviana al confine con il Brasile, mostrata per la prima volta al mondo con tre fotografie della Bbc, poi diffuse dall'associazione Survival International, ha spinto il governo peruviano a intervenire. La copertura mediatica data a livello internazionale ha smosso la politica: le autorità hanno annunciato che collaboreranno con il dipartimento agli Affari Indigeni del Brasile (Funai) per proteggere tutta la zona in modo più efficace. La sopravvivenza di questa tribù è infatti messa a rischio dalla penetrazione massiccia e illegale di taglialegna nel versante peruviano del confine. Le autorità brasiliane ritengono che l’invasione stia spingendo gli Indiani isolati peruviani verso il Brasile, e che questi possano entrare in conflitto con altri indigeni o possano essere decimati dalle malattie importate dall’esterno.
LE PRIME RIPRESE AEREE DI UN POPOLO SCONOSCIUTO - L'attenzione internazionale ha spinto gli autori del reportage nella foresta a diffondere anche le riprese aeree di questo popolo che vive da sempre nella foresta e non ha mai mostrato nessun desiderio di uscire. L'attrice Gillian Anderson ha prestato la sua voce a un video straordinario: le sequenze mostrano gli Indiani in modo del inedito. Il filmato costituisce in assoluto la prima ripresa aerea di una comunità isolata. «Quello che le immagini di questo filmato dimostrano in modo potente - ha commentato la Anderson - è che si tratta di un popolo fiducioso e in perfetta salute.
Spero che siano lasciati soli – ma questo potrà succedere solo se fermeremo i taglialegna». «Il gravissimo pericolo che incombe sul futuro dei popoli incontattati - ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival, dovrebbe preoccupare il mondo intero». Ora su questo angolo della foresta amazzonica si sono accesi riflettori che dovrebbero proteggere chi ci vive da sempre. La maggior parte delle altre volte non è successo.
Nota mia:
Per sollecitare il governo Peruviano al fine di proteggiere l'integrità della tribù dall'intrusione di trivellazioni petrolifere e dai taglialegna potete inviare una petizione collegandovi a questa pagina http://www.uncontactedtribes.org/brazilfootage